L’uomo delle coincidenze

Il commissario Bonferraro della DIA riferisce di strane telefonate del vice capocentro del SISDE  Lorenzo Narracci al costruttore del covo di via Ughetti. Ma a rispondere per calunnia a Caltanissetta è Massimo Ciancimino, il superteste del processo trattativa

sagomaAlla scorsa udienza del processo trattativa è uscito per l’ennesima volta il nome di Lorenzo Narracci, funzionario del Sisde poi AISI il cui soprannome dovrebbe essere “l’uomo delle coincidenze”: il suo nome entra in qualche modo in tutte le inchieste sulle stragi del ’92-’93 dagli anni ’90 a questa parte, anche se lui ne esce sempre indenne e pulito. Recentemente è stato archiviato nell’ultima inchiesta della procura di Caltanissetta che lo aveva indagato per concorso in strage e concorso esterno in associazione mafiosa. La procura nissena lo ha pienamente prosciolto da ogni accusa, mentre più in generale, come emerge dalla requisitoria in corso al processo Borsellino quater, ha stabilito che non ci furono un ruolo dei servizi segreti e partecipazioni esterne a Cosa Nostra nella strage di via D’Amelio (stessa tesi sostenuta anche per la strage di Capaci). Insomma fu solo mafia per la procura nissena… Ma Narracci è stato indagato anche dalla procura di Palermo per la sola parte relativa alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino (di cui parleremo in seguito). Anche qui la sua posizione è stata archiviata ma con la motivazione che non si erano trovati adeguati riscontri per procedere con l’esercizio dell’azione penale, mentre per gli altri elementi riguardanti le stragi la competenza era di Caltanissetta. Continua a leggere

Nino Mandalà e il suo sì al referendum

Molti si chiedono come voterà in questo referendum Cosa Nostra. La domanda non è facile se vediamo come si sono divisi nei due schieramenti i vari personaggi politici che storicamente hanno raccolto i consensi dei boss mafiosi. Sembra che in Sicilia i gattopardi si siano spalmati sui due schieramenti.

Ma a una più attenta analisi capiamo che ormai Forza Italia (al di là del poco genuino appoggio di Berlusconi al no, fortemente sostenuto però da Micciché) rappresenta il “vecchio”, come agli inizi degli anni ’90 era diventata la DC. Il “nuovo”, nel quale cercare nuovi referenti non può che essere il renzismo e il partito della nazione.

Non è casuale l’attivismo di Renzi in Sicilia dove sta girando tra Palermo e il resto dell’isola per spostare gli equilibri, promettere, trattare. Renzi sa che la Sicilia è decisiva e sa che la Sicilia è scontenta del suo governo. Continua a leggere